ROMA (Public Policy) – Istituire una Procura nazionale del lavoro, per contrastare “l’attuale inefficienza del sistema giudiziario in relazione all’insoddisfacente livello di applicazione della normativa antifortunistica”. La scorsa settimana nelle commissione riunite Giustizia e Lavoro al Senato è stato incardinato un ddl del M5s, a prima firma di Iunio Valerio Romano, recante disposizioni in materia di coordinamento delle indagini nei procedimenti per reati in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro. I relatori del provvedimento, su cui è stato deliberato l’avvio di un breve ciclo di audizioni, sono Francesco Urraro (Lega) e Francesco Laforgia (Leu).
Vediamo il contenuto del ddl che, secondo i proponenti, è volto “a delineare un’organizzazione giudiziaria innovativa nel campo della sicurezza del lavoro“, istituendo “una procura esperta e specializzata nel fare fronte alle ipotesi di reato caratterizzate da maggiore complessità, ipotesi di reato di cui alcuni uffici non sono in grado di occuparsi, non per cattiva volontà, ma per difetto di competenza specifica e per mancanza di esperienza pregressa sul campo”.
Per Romano, infatti, tra le ragioni principali a supporto della proposta istitutiva della procura nazionale del lavoro c’è l’esigenza della “centralizzazione: occorre un motore per la raccolta e l’analisi dei dati, nonché per la diffusione dei metodi di indagine più avanzati su tutto il territorio nazionale, anche perché la ragione dell’elevato numero di infortuni sul lavoro e di malattie professionali che si registrano in Italia non riguarda la qualità della legislazione in materia, che è adeguata e migliore della pur efficace normativa varata negli anni ’50 del ‘900, ma la mancata applicazione della legge e la carenza dei controlli affidati agli organi di vigilanza e alla magistratura. L’intervento dell’autorità giudiziaria a tutela della sicurezza sul lavoro, inoltre, è ancora largamente insoddisfacente”.
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IAC