TPL, ALESSE (CGSSE): IN 6 MESI 155 SCIOPERI, VALORIZZARE CONCORRENZA

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TPL, ALESSE (CGSSE): IN 6 MESI 155 SCIOPERI, VALORIZZARE CONCORRENZA

(Public Policy)- Roma, 2 lug – Nei primi sei mesi del 2013
nel settore del trasporto pubblico locale su rotaia e su
gomma si registrano 155 scioperi effettuati su 211
proclamazioni e 19 astensioni selvagge.

Lo rivela il presidente dell’Autorità di garanzia per gli scioperi nei
servizi pubblici essenziali, Roberto Alesse, ricordando che
nel 2012 ci sono stati 36 episodi di blocchi selvaggi, che
hanno prodotto 150 giorni di astensione dal lavoro.
In occasione della presentazione della Relazione annuale
dell’Autorità alla Camera, Alesse evidenzia dati
“altrettanto preoccupanti” relativi al settore di raccolta e
smaltimento dei rifiuti, dove nel 2012 ci sono state 62
interruzioni non autorizzate dal servizio, che hanno
comportato “numerose” giornate di mancata prestazione
lavorativa.

Si tratta di situazioni che “sfuggono anche al controllo
dei sindacati più rappresentativi”, di fronte a cui
l’Autorità può agire “soltanto a posteriori, chiedendo alle
amministrazioni o alle imprese che erogano i servizi di
adottare le sanzioni nei confronti delle organizzazioni
sindacali o dei dipendenti che hanno posto in essere il
blocco totale o parziale del servizio, laddove, ovviamente,
per questi ultimi, non ricorra, a loro favore, la
fattispecie dell’eccezione di inadempimento, rappresentata
dalla mancata prestazione lavorativa a seguito
dell’inottemperanza dell’obbligo retributivo da parte dei
datori di lavoro”.

Alesse si sofferma su alcune criticità che andrebbero
affrontate in tempi brevi. In particolare, il Contratto
collettivo nazionale di lavoro degli autoferrotranvieri,
scaduto nel 2007, “non è stato ancora rinnovato, anche
se merita di essere segnalata l’importante intesa raggiunta,
lo scorso 26 aprile, tra l‘Esecutivo e le parti sociali,
intorno ad un accordo, che ha consentito di sbloccare una
parte dei fondi, da destinare, ci auguriamo davvero,
al miglioramento delle condizioni economico-sociali dei
lavoratori“.

Il processo di spending review costituisce un “passaggio
ineludibile per contribuire a rimuovere il macigno di un
debito pubblico strutturalmente troppo elevato”, ma è
“auspicabile che, accanto all’obiettivo di razionalizzazione
della spesa pubblica, se ne aggiungano, al più presto, altri
in grado di stimolare l’economia in direzione di una
crescita più sostenuta e socialmente più equilibrata”.

L’Authority suggerisce una ricetta per rilanciare la
competitività del sistema-Paese, attraverso la
valorizzazione della concorrenza che, per quanto attiene al
settore strategico dei servizi pubblici essenziali, avrebbe
come sicuro effetto quello di aumentare la propensione
all’innovazione tecnologica di tutto il sistema produttivo”.
Serve un’offerta “più ampia di servizi in un regime di
libero mercato, con l’ingresso di nuove realtà
imprenditoriali, che danno vita ad una differente
organizzazione dei servizi pubblici”, per “emancipare
l’Italia da una certa cultura che tutela gli interessi
corporativi e che è potenzialmente foriera di ‘mala
gestione'” e per contribuire a “combattere il drammatico
fenomeno della disoccupazione“.

CONTRATTI, ALESSE (CGSSE): PROSEGUIRE SENZA INDUGIO CONFRONTO CON LE PARTI

L’Autorità di garanzia per gli scioperi lancia un “forte appello
al Governo, affinché faccia effettivamente ripartire quei tavoli
di confronto sulle principali vertenze nazionali”. Lo chiede il
presidente della stessa Authority, Roberto Alesse, sottolineando
che “l’Autorità di garanzia rappresenta uno strumento di monitoraggio
costante di una situazione generale che tende progressivamente
ad aggravarsi ed i cui esiti rischiano di essere oggettivamente
imprevedibili”.

IL CONFLITTO COLLETTIVO E LE SOCIETÀ MUNICIPALIZZATE
Alesse osserva che “l’inasprimento del conflitto è dovuto
all’esperienza delle cosiddette ‘società municipalizzate‘,
il cui modello non ha prodotto i risultati sperati“. Si
tratta di circa 6 mila società, che operano “spesso al di
fuori di qualsiasi logica di mercato e di competitività”. A
questo proposito, il presidente dell’Autorità ricorda
l’accordo siglato nel maggio del 2012 con l’Autorità di
garanzia per la vigilanza sui contratti pubblici, al fine di
“monitorare costantemente il sistema di affidamento dei
servizi in questi settori vitali per l’economia”.

LA LEGGE 146 DEL 1990 COME PRESIDIO DI LEGITTIMITÀ
Per l’Autorità di garanzia “le dinamiche del conflitto
collettivo necessitano, oggigiorno, di essere interpretate
in modo estensivo. L’idea di subordinare l’ambito di
applicazione della legge 146 del 1990 al rispetto del
presupposto giuridico fondato esclusivamente sulla figura
tipizzata dello sciopero, nella sua definizione classica di
astensione dei lavoratori dipendenti dalle prestazioni di
lavoro” risulta “davvero riduttiva“.

Alesse plaude all’accordo interconfederale su rappresentanza
e rappresentatività siglato nel giugno del 2011 tra Confindustria
e le sigle sindacali di Cgil, Cisl e Uil e ritiene “opportuno
che i contenuti di tale intesa vengano ‘blindati’, per il
tramite di un intervento del legislatore da concertare con le
Confederazioni firmatarie”.

L’ATTIVITÀ DELL’AUTORITÀ DI GARANZIA
La priorità dell’Authority è “prevenire gli scioperi,
ponendosi come sede di mediazione nelle trattative”. Per
questo motivo nel 2012 si sono svolti 50 incontri con le
parti sociali, incontri che hanno “permesso di riavviare il
dialogo interrotto tra le parti e di rappresentare con forza
al Governo i vari profili critici delle vertenze.

È intenzione dell’Autorità di garanzia proseguire, senza
indugio, sulla strada del confronto a 360 gradi. Sarebbe
davvero riduttivo, oltre che rischioso, confinare il ruolo
dell’Autorità entro il perimetro della mera vigilanza
formale sull’intero procedimento pubblicistico attraverso il
quale si snoda l’esercizio del diritto di sciopero”.
Infine, un riferimento all’attuale contesto economico
globale.

“Viviamo una stagione particolare della vita nazionale in
cui il bene comune non può essere perseguito senza l’impegno
morale e civile di tutti i cittadini, indipendentemente dal
loro ruolo sociale. A maggior ragione – afferma Alesse – chi
rappresenta le Istituzioni non può non avvertire il peso
delle responsabilità, in tempi che impongono una doverosa
rinascita dei sentimenti di etica pubblica. Tutti dobbiamo
concorrere al rafforzamento della convinzione che le
Istituzioni sono patrimonio dell’intera collettività“.
(Public Policy)

DAR