+++ aggiornamento 19.24 +++
+++ I voti favorevoli sono stati 63.146 voti (79,3%), i contrari 16.488 voti (20,7%). Questo il risultato del voto di oggi sulla piattaforma Rousseau degli iscritti al Movimento 5 stelle riguardo alla formazione del nuovo Esecutivo tra Pd e M5s con a capo il premier Giuseppe Conte +++
– La bozza (in 26 punti) del programma Pd-M5s
ROMA (Public Policy) – Mentre prosegue anche oggi il confronto tra le delegazioni M5s e Pd su programma e squadra di Governo, oggi è il “Rousseau day”: dalle 9 alle 18 gli iscritti alla piattaforma pentastellata daranno il loro giudizio vincolante sulla formazione di un Esecutivo in alleanza con i dem. Di fatto, tutto dipende dal risultato di questo voto online. Le doppie consultazioni al Quirinale, l’incarico ricevuto dal capo dello Stato e giorni di complicate trattative con il Pd: senza il via libera finale su Rousseau i 5 Stelle tirerebbero il freno a mano, con buona pace di tutto l’iter politico-isituzionale che si è messo in moto per dare all’Italia un nuovo Governo. Questo il quesito a cui stanno già rispondendo gli iscritti M5s: “Sei d’accordo che il Movimento 5 Stelle faccia partire un Governo insieme al Partito democratico e presieduto da Giuseppe Conte?”. I risultati saranno disponibili in serata, anche se non è stato comunicato un orario ufficiale.
Se il verdetto sarà favorevole, Conte potrebbe sciogliere praticamente subito la riserva e accettare l’incarico di formare un nuovo Governo. Viceversa, con esito negativo si arresterebbe tutto e la strada più probabile sarebbe un Esecutivo di garanzia per traghettare il Paese ad elezioni anticipate. Tuttavia, dopo le ultime riunioni M5s-Pd filtra ottimismo. “Il voto su Rousseau? Sono consapevole della fatica di questa operazione, ma sono convinta che domani andrà bene” ha detto ieri Paola De Micheli, vicesegretaria Pd. E sarebbe stata particolarmente positiva proprio l’ultima riunione a Palazzo Chigi tra le due delegazioni (con il premier Conte erano presenti Dario Franceschini e Andrea Orlando per il Pd, e Stefano Patuanelli e Vincenzo Spadafora per il Movimento), tant’è che si potrebbe dare un’accelerazione – sempre in caso di esito favorevole su Rousseau, ovviamente – consentendo a Conte di salire al Quirinale già stasera con una bozza delle nuova squadra di Governo. Prendendo un po’ più di tempo, Conte invece incontrerebbe il capo dello Stato solo domani, presentando a quel punto una lista anche più definita. Il giuramento del nuovo Esecutivo potrebbe tenersi già giovedì, e a seguire il primo Cdm e i discorsi alle Camere per ottenere la fiducia.
Uno dei principali nodi politici – la questione del doppio vicepremier, uno Pd e uno M5s (Luigi Di Maio) – è stata risolta non prevedendone nessuno. Un’ipotesi di cui Public Policy aveva parlato già giorni addietro. “Giuseppe Conte è un premier super partes. Da quando il Pd ha rinunciato alla vicepresidenza del Consiglio, il problema del vicepremier non esiste piu'” ha detto ieri il leader M5s in un videomessaggio su Facebook. A questo punto si fa incalzante il totonomi, a cominciare dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio: prende quota l’ipotesi che Conte pretenda un suo uomo di sua fiducia, che potrebbe essere l’attuale segretario generale di Palazzo Chigi, Roberto Chieppa. Il Movimento 5 stelle avrebbe ottenuto la permanenza nell’Esecutivo di Riccardo Fraccaro, Sergio Costa e Alfonso Bonafede, mentre al Mit – in sostituzione di Danilo Toninelli – potrebbe andare Stefano Patuanelli, attuale capogruppo al Senato.
Sempre tra i 5 stelle hanno ottime chance di far parte del nuovo Governo anche Vincenzo Spadafora – che è stato molto importante in questi giorni di trattative con il Pd – , Federico D’Incà e Nicola Morra. Per il capo politico Luigi Di Maio la destinazione potrebbe essere il Viminale o la Farnesina (su cui punta anche il dem Andrea Orlando), ma il sostituto di Matteo Salvini potrebbe essere anche un tecnico, come l’attuale prefetto di Milano Luciana Lamorgese. Casella delicatissima è quella del Mef, dove il dubbio è se metterci un tecnico o un politico: nel primo caso di fanno i nomi di Salvatore Rossi, ex dg di Bankitalia, e di Dario Scannapieco, vicepresidente della Banca europea degli investimenti; nella seconda ipotesi, tra i papabili ci sarebbe l’europarlamentare Pd Roberto Gualtieri. I dem starebbero puntando anche al Mise – dove sembra in pole position Paola De Micheli – e al ministero del Lavoro, che potrebbe andare a Graziano Delrio, mentre il renziano Lorenzo Guerini potrebbe diventare ministro della Difesa. Pd che sembra il favorito anche sul nome da indicare come commissario europeo, dove crescono le quotazioni di Paolo Gentiloni. (Public Policy) PAM