Articolo 21 (con Zaccaria) boccia la riforma della Rai

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ROMA (Public Policy) – “La nuova figura dell’amministratore delegato concentra una massa enorme di poteri i poteri in una sola persona. Credo che questi poteri non sono attribuiti a nessun altro capo azienda di televisione pubblica in tutta Europa”.

Lo ha detto Roberto Zaccaria, in rappresentanza di Articolo 21, in audizione nelle commissioni Trasporti e Cultura alla Camera, in merito al ddl Rai.

Sulla procedura di nomina che “avviene da parte del Consiglio, ma su proposta dell’assemblea” dell’azienda, “lo schema finisce per attribuire al governo e al ministro dell’Economia che controlla l’assemblea un potere decisivo”, ha aggiunto.

“Se si tiene conto del fatto che la composizione del Consiglio prevede una maggioranza sicura in mano al binomio governo-maggioranza (almeno 4 su 7 componenti) il contrasto con il principio enunciato dalla Corte costituzionale” con la sentenza del 1974 che stabilisce le ‘condizioni minime necessarie perché il monopolio statale possa essere considerato conforme ai principi costituzionali’ “è secco”, ha sottolineato l’ex presidente della Rai.

Per quanto riguarda poi la delega al governo sul riordino della normativa, per Zaccaria “è una delega solo apparente. Prima di tutto devo rilevare che è amplissima. Si potrebbe pensare che il riferimento alla riforma, contenuto nel titolo della legge, si riferisca essenzialmente a questa. I principi e i criteri direttivi mi appaiono assolutamente evanescenti. A me pare – ha spiegato – che non rispetti le condizioni essenziali poste dalla Costituzione“. (Public Policy) FRA