Codice della strada, l’importante è non tornare in commissione

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di Fabio Napoli

ROMA (Public Policy) – Un accordo di massima tra i gruppi per non cambiare radicalmente il testo uscito l’11 luglio dalla commissione Trasporti della Camera per la modifica del codice della strada, evitando di cambiare l’impianto della proposta di legge che questa estate aveva messo d’accordo la gran parte delle forze politiche. Questa l’intenzione – come apprende Public Policy da fonti parlamentari – in vista dell’esame dell’aula della pdl di modifica del codice.

Il provvedimento è stato fermo per diversi mesi, oltre che per la crisi di Governo, per problemi di copertura rilevati dalla Ragioneria dello Stato, come emerso anche questa settimana nel corso dell’esame in commissione Bilancio (è stata chiesta una relazione tecnica da parte del Governo). In questi giorni sono in corso interlocuzioni tra Mef e Mit per arrivare ad una soluzione dei problemi di copertura emersi, con una parte della maggioranza che spinge per convincere il ministero guidato da Paola De Micheli a coprire parte delle misure segnalate dalla Ragioneria.

L’ipotesi da scongiurare – e questo vedrebbe d’accordo di tutte le forze di maggioranza e almeno una parte delle opposizioni – è quella del ritorno in commissione del provvedimento, che significherebbe la fine di qualsiasi possibilità di portare a casa le modifiche al codice della strada.

Dunque, nonostante il cambio di maggioranza, l’impianto del provvedimento non dovrebbe subire troppe modifiche. In questa fase tutte le forze politiche hanno ripresentato in aula alcuni degli emendamenti bandiera, in parte già oggetto di dibattito in sede di commissione (come per la Lega l’innalzamento del limite di velocità sulle autostrade a 150 km/h, che con tutta probabilità non verrà approvato).

Al netto delle modifiche che potrebbero arrivare in recepimento delle probabili condizioni della commissione Bilancio, sicuramente – a quanto si apprende – ad entrare nella pdl, nel corso dell’esame d’aula – sarà la norma in materia di ‘esterovestizione’, ovvero in materia di circolazione stradale con targhe estere, che la maggioranza ha cercato di far entrare nel decreto fiscale senza successo. L’obiettivo – al momento – sembra quello di riuscire ad arrivare il prima possibile al via libera della Camera: per ulteriori modifiche e migliorie – è il ragionamento – c’è sempre la lettura del Senato. (Public Policy)

@Naffete