Cosa ne pensa l’Unicef del decreto Migranti

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ROMA (Public Policy) – “L’abrogazione prevista” dall’articolo 7 del dl Migranti “si traduce concretamente nell’estromissione del presupposto della violazione della vita privata e familiare ai fini del riconoscimento della protezione speciale. Pur rimanendo all’interno dell’ordinamento, l’istituto appare così drasticamente ridimensionato”.

Lo si legge in una memoria depositata dall’Unicef in commissione Affari costituzionali al Senato, in merito al dl Migranti. Martedì la 1a di Palazzo Madama ha svolto un ciclo di audizioni sul provvedimento.

Le modifiche, che intervengono sull’articolo 19 del Testo unico sull’immigrazione del 1998, “presentano, inoltre, una serie di elementi che, così come formulati, determinano un rischio di una sua applicazione difforme sul territorio nazionale”, si legge nel testo. Vi è “un alto rischio di applicazione ad intermittenza della norma, suscettibile di creare prassi applicative significativamente difformi rispetto al testo di legge, alle quali si accompagnerebbe, in caso di asserita irricevibilità di istanze dirette al questore, un incremento decisivo delle istanze di protezione internazionale, come alternativa all’inibizione di detta prerogativa”.

La modifica prevista dall’articolo 7 sulla protezione speciale “rischia di determinare ricadute molto significative sulla tutela dell’unità familiare dei nuclei di cittadini di Paesi terzi e, in particolare, delle persone di minore età, che si troverebbero ad alto rischio di separazione dai propri genitori i quali, in assenza della tutela così come prevista nella sua formulazione originaria, rischierebbero di essere allontanati dal territorio nazionale”, si legge nella memoria dell’Unicef. (Public Policy) RIC