ROMA (Public Policy) – Non c’è solo il Governo all’azione in materia di crisi di impresa e dell’insolvenza ma anche il Parlamento. Se da una parte, a Chigi, è stato adottato in via preliminare il decreto che contiene il codice attuativo della legge 155 del 2017, con l’obiettivo di riformare in modo organico la disciplina delle procedure concorsuali, dall’altra le Camere sono impegnate nel conferire all’Esecutivo più tempo in caso di eventuali ripensamenti sulla nuova disciplina.
La scorsa settimana, infatti, la commissione Giustizia a Palazzo Madama ha conferito al relatore, Arnaldo Lomuti (M5s), il mandato a riferire favorevolmente in assemblea sul ddl a prima firma dei due capogruppo di M5s e Lega, Stefano Patuanelli e Massimiliano Romeo, che prevede una delega all’Esecutivo di 2 anni per adottare dlgs correttivi alla nuova disciplina sulla crisi d’impresa.
Il provvedimento non è stato ancora inserito nel calendario dei lavori a Palazzo Madama (previsto fino al 22 novembre) ma a questo punto è probabile una sua prossima introduzione.
L’Esecutivo, dunque, quando verrà approvato il disegno di legge, avrà due anni di tempo dalla data di entrata in vigore dell’ultimo dei dlgs adottati in attuazione della legge 155 del 2017, sempre nel rispetto degli stessi principi e criteri direttivi, per adottare eventuali “disposizioni integrative e correttive”.
Si tratta, quindi, di più tempo concesso dal Parlamento all’Esecutivo, che potrà rivedere entro 2 anni (è stata bocciata la proposta di Forza Italia che voleva ridurre ad un anno il termine) la nuova disciplina (senza la possibilità di dlgs correttivi, la delega principale scade mercoledì prossimo).
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IAC