ROMA (Public Policy) – Tra gli emendamenti al ddl Ia, in esame in commissione Ambiente-Affari sociali del Senato, anche uno della Lega che mira a ritoccare la norma relativa al reato di illecita diffusione di contenuti generati o alterati con sistemi di intelligenza artificiale.
A differenza della versione originale che fa riferimento solo all’alterazione prodotta tramite sistemi di IA, la proposta del Carroccio, a prima firma Manfredi Potenti, prevede che “chiunque pubblichi o altrimenti diffonda, senza il suo consenso, immagini, video o voci falsificati o alterati di un’altra persona, che siano idonei a indurre in inganno sulla loro genuinità e arrechino pregiudizio al suo diritto all’identità personale” sia punito con la reclusione da uno a tre anni. Pena che viene aumentata nel caso in cui il fatto sia commesso mediante l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale.
L’articolo orginario prevedeva la reclusione da 1 a 5 anni solo nei casi in cui l’attività di falsificazione, senza consenso, fosse fatta mediante l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale e idonei a trarre in inganno sulla loro genuinità.
Il delitto rimane punibile a querela della persona offesa, con la possibilità di procedere d’ufficio se il fatto è connesso “con altro delitto per il quale si deve procedere d’ufficio ovvero se è commesso nei confronti di persona incapace, per età o per infermità, o di una pubblica autorità a causa delle funzioni esercitate”.