ROMA (Public Policy) – “Da quello che mi dicono la riunione del 5 maggio (tra Ue e governo italiano sui pagamenti dei debiti alla Pa; Ndr) non è andata bene. Sarò costretto ad aprire la procedura d’infrazione dopo la campagna elettorale”. A dirlo è stato il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, esponente di Forza Italia, nel corso del suo intervento ad un convegno organizzato dall’Ance in vista delle elezioni europee.
Tajani all’inizio di febbraio aveva già spedito al governo italiano una lettera di avvertimento che dava al governo 5 settimane per adeguarsi alla direttiva europea del 1 gennaio 2013 che impone i pagamenti a 30 o 60 giorni (la media italiana – secondo quanto ricordato anche da Tajani – è di 200 giorni).
Per il vicepresidente della Commissione Ue “il ministero dell’Economia non vuole pagare i debiti con la pubblica amministrazione. È evidente e chiara – ha aggiunto Tajani – la volontà di non pagare, è stato impedito anche all’attuale presidente del Consiglio di mantenere fede alla promessa fatta nel primo discorso pubblico di pagare i debiti della Pa verso le imprese. Gli è stato impedito di fare un decreto e quindi è stato fatto un disegno di legge, qua – ha concluso – manca la volontà politica”.
Per il momento Tajani, a causa della campagna elettorale, è sospeso dal suo incarico ma “quando rientrerò nella pienezza delle mie funzioni invierò la letterà di messa in mora”.
LA RISPOSTA DEL MEF “In merito alle recenti dichiarazioni del Commissario Ue” Antonio “Tajani sul pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni, il ministero dell’Economia ricorda che il Governo italiano ha affrontato con grande determinazione il problema a partire dall’aprile 2013 con il decreto legge 35 e con successivi provvedimenti. Si ritiene opportuno sottolineare che il Governo ha affrontato con urgenza il problema, varando nel decreto legge 66 del 24 aprile 2014 tutte le norme necessarie ad accelerare il pagamento dei debiti arretrati e a prevenire la formazione di un nuovo stock di debito”. Lo rende noto il Mef.
“Può essere utile – si legge ancora in una nota – ricordare che la stima in 91 miliardi dello stock del debito effettuata dalla Banca d’Italia nel 2013, attraverso una indagine campionaria dal lato dei creditori, riguardava l’intero importo dei debiti potenziali, inclusi i debiti non ancora scaduti e quelli non esigibili in quanto oggetto di contenzioso o di verifiche tra le parti. Più recentemente, nel suo bollettino 2/2014 dello scorso aprile, la Banca d’Italia ha affermato che “si può valutare, con un certo grado di approssimazione, che poco più della metà dei debiti rilevati alla fine del 2012 fosse ‘esigibile’, ossia presentasse un ritardo nei pagamenti superiore agli accordi contrattuali”.
“Tale stima – continua la nota del ministero – è certamente plausibile, alla luce dell’impiego delle risorse finanziarie e degli altri strumenti messi a disposizione dai governi che si sono succeduti per incentivare il pagamento dei debiti arretrati da parte degli enti debitori. Infatti tra luglio 2013 e marzo 2014 risultano effettivamente già pagati ai creditori debiti arretrati per 23,5 miliardi di euro; sommando a questo importo le richieste effettuate dalle amministrazioni debitrici per accedere alle ulteriori risorse finanziarie messe a disposizione dal Governo si ottiene una stima analoga a quella indicata nel bollettino di aprile della Banca d’Italia”.
“I decreti legge 35 e 102 del 2013 nonché il decreto legge 66 del 2014 hanno stanziato complessivamente 60 miliardi di euro. Il dl 66/2014 inoltre offre la garanzia dello Stato e la disponibilità della Cassa depositi e prestiti quale compratore di ultima istanza per favorire la cessione immediata di crediti agli intermediari finanziari, così da offrire a tutti i creditori in crisi di liquidità un’alternativa tempestiva ed efficace all’incasso diretto”.
“Sulla scorta del lavoro effettuato nel 2013, con il dl 66/2014 il Governo in carica – conclude la nota – è quindi intervenuto d’urgenza per completare il finanziamento delle pubbliche amministrazioni finalizzato al pagamento dello stock di debiti pregressi, e ha definito un quadro di norme che hanno il duplice scopo di impedire la formazione di un nuovo stock di debito e garantire ai creditori pagamenti entro i termini di legge”. (Public Policy)
NAF-GAV