(Public Policy) – Roma, 6 nov – (di Viola Contursi) Entro il
2024 le forze armate dovranno essere ridotte: i militari a
150 mila unità e il personale civile a 20 mila. Gli esuberi
saranno assorbiti tramite mobilità interna, trasformazione
del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale,
ricorso a forme di lavoro a distanza. Inoltre si prevede una
riorganizzazione e una ristrutturazione dei vari settori e
delle risorse. Ecco cosa prevede il disegno di legge delega
sulla riforma delle forze armate, diviso in 5 articoli, e
approvato oggi dal Senato.
TAGLI DEL 30% ENTRO SEI ANNI
Il testo stabilisce che, una volta approvato il ddl in
Parlamento, il Governo possa emanare la riforma con dei
decreti legge. E che entro sei anni dall’entrata in vigore
della riforma, avvengano tutta una serie di
“razionalizzazioni delle strutture operative, logistiche,
formative, territoriali e periferiche, anche mediante
soppressioni e accorpamenti, con ubicazione nel minor numero
possibile di sedimi, ottimizzando le relative funzioni, in
modo da conseguire una contrazione strutturale complessiva
non inferiore al 30%”.
In particolare i tagli, stabilisce il testo del ddl, si
dovranno avere riorganizzando i vertici del ministero della
Difesa, le aree tecnico-operativa, tecnico-amministrativa,
la struttura logistica, la struttura organizzativa del
Servizio sanitario militare; provvedendo alla dismissione di
vari immobili militari: puntando soprattutto sulla
realizzazione di strutture interforze, organizzative o di
coordinamento.
30% IN MENO DI GENERALI E AMMIRAGLI
Il ddl stabilisce che entro il 2024 (ma la data può essere
prorogata con decreto annuale del presidente del Consiglio)
il “personale militare dell’Esercito italiano, della Marina
militare e dell’Aeronautica militare” dovrà essere ridotto
“a 150.000 unità” (delle circa 190 mila attuali) e il
“personale civile del ministro della Difesa dovrà essere
ridotto a 20.000 unità”. Viene stabilito inoltre che,
all’interno delle forze armate, entro 6 e 10 anni debbano
avvenire tagli di personale rispettivamente “in misura non
inferiore al 30% per gli ufficiali generali e ammiragli e al
20% per il restante personale militare dirigente”.
Il testo stabilisce anche una “revisione dei ruoli e dei
profili di impiego del personale dell’Esercito italiano,
della Marina militare e dell’Aeronautica militare, in
aderenza al nuovo assetto organizzativo dello strumento
militare” e “revisione della disciplina in materia di
reclutamento, stato giuridico e avanzamento del personale
militare, nonché in materia di formazione, in aderenza al
nuovo assetto organizzativo dello strumento militare e
nell’ottica della valorizzazione delle professionalità”.
SCIVOLI DI USCITA
Per agevolare i tagli al personale, il testo prevede un
piano in tre anni che possa fissare “disposizioni
transitorie intese a realizzare con gradualità la riduzione
delle dotazioni organiche anche attraverso l’adozione di
misure dirette a consentire, in relazione alle effettive
esigenze di riduzione, l’estensione dell’istituto
dell’aspettativa per riduzione di quadri anche ad altre
categorie di personale e il transito presso altre pubbliche
amministrazioni nell’ambito delle relative facoltà
assunzionali, e ricorrendo anche ad eventuali forme di
esenzione dal servizio, da disporre a domanda
dell’interessato e previa valutazione da parte
dell’amministrazione delle proprie esigenze funzionali”.
Si prevede inoltre di usare “la mobilità interna, la
trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo
parziale, il ricorso a forme di lavoro a distanza, il
trasferimento presso altre pubbliche amministrazioni secondo
contingenti e misure percentuali stabiliti con decreti del
presidente del Consiglio, di concerto con il ministro
dell’Economia e con il ministro della Pubblica
amministrazione”.
RISORSE RISPARMIATE VANNO A MINISTERO DIFESA
Il testo del ddl stabilisce che “le risorse recuperate a
seguito dell’attuazione del processo di revisione dello
strumento militare” siano “destinate al riequilibrio dei
principali settori di spesa del ministero della Difesa, con
la finalità di assicurare il mantenimento in efficienza
dello strumento militare e di sostenere le capacità
operative”.
La riforma stabilisce inoltre che “nel corso di ciascun
esercizio finanziario, con decreto del ministro della
Difesa, di concerto con il ministro dell’Economia, sono
accertati i risparmi realizzati in relazione allo stato di
attuazione delle misure di ottimizzazione organizzativa e
finanziaria. Detti risparmi, previa verifica dell’invarianza
sui saldi di finanza pubblica, affluiscono mediante apposite
variazioni di bilancio nei fondi di cui all’articolo 619 del
codice dell’ordinamento militare”.
SOPPRESSO CONSIGLIO SUPERIORE FORZE ARMATE
Il ddl stabilisce poi la soppresione del Consiglio
superiore delle Forze armate “a decorrere dal sesto mese
successivo alla data di entrata in vigore della legge”.
(Public Policy)
VIC