ROMA (Public Policy) – Entro tre mesi Roma dovrà inviare ai ministeri dell’Interno, dell’Economia e alle Camere un rapporto sul proprio debito e un piano triennale per la riduzione del disavanzo, in cui non viene prevista la cessione delle quote Acea. Lo stabilisce la bozza definitiva del dl Salva Roma ter bollinata dalla Ragioneria dello Stato, di cui Public Policy è in possesso.
Nel piano triennale per la riduzione del disavanzo e per il riequilibrio strutturale di bilancio, viene previsto nella bozza del decreto, si dovrà prevedere di: “Applicare le disposizioni finanziarie e di bilancio, nonché i vincoli in materia di acquisto di beni e servizi e di assunzioni di personale a tutte le società controllate con esclusione di quelle quotate nei mercati regolamentati; operare la ricognizione dei costi unitari della fornitura dei servizi pubblici locali e adottare misure per riportare tali costi ai livelli standard dei grandi comuni italiani”.
E ancora: “Operare una ricognizione dei fabbisogni di personale nelle società partecipate, prevedendo per quelle in perdita il necessario riequilibrio con l’utilizzo degli strumenti legislativi e contrattuali esistenti, nel quadro degli accordi con le organizzazioni sindacali; adottare modelli innovativi per la gestione dei servizi di trasporto pubblico locale, di raccolta dei rifiuti e di spazzamento delle strade, anche ricorrendo alla liberalizzazione; procedere, ove necessario per perseguire il riequilibrio finanziario del comune, alla dismissione o alla messa in liquidazione delle società partecipate che non risultino avere come fine sociale attività di servizio pubblico, nonché alla valorizzazione e dismissione di quote del patrimonio immobiliare del Comune”.
Il dl Salva Roma ter, ricalcando quello che fu l’emendamento di Giorgio Santini (Pd) approvato nel dl Salva Roma bis al Senato, stabilisce che “il tavolo di raccordo interistituzionale” dovrà “esprimere parere obbligatorio sulla predisposizione del piano triennale e dei piani pluriennali” e verificarne “l’attuazione, tenendo anche conto dei maggiori oneri connessi al ruolo di Capitale della Repubblica.
Viene disposto inoltre che “con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, da adottarsi entro 60 giorni dalla data di trasmissione del piano, su proposta del ministro dell’Interno, di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze, sentita l’amministrazione capitolina, è approvato il piano triennale e sono determinati la natura e l’entità della massa debitoria“. (Public Policy)
VIC