(Public Policy) – Roma, 9 lug – Sono tre le proposte di
legge di modifica delle attività extragiudiziarie della
magistratura a firma congiunta dei deputati democratici
Sandro Gozi e Roberto Giachetti.
Presentate una dopo l’altra, sono la pdl 987 ‘Disposizioni
in materia di destinazione dei magistrati ordinari a
incarichi diversi da quelli giudiziari nonché in materia di
ineleggibilità dei magistrati’; la pdl 988 sull’abolizione
della possibilità di assunzione di incarichi extragiudiziari
da parte dei magistrati; e la 989 sul collocamento fuori
ruolo dei magistrati ordinari, amministrativi, contabili e
militari.
ESERCIZIO ESCLUSIVO DELLE FUNZIONI GIUDIZIARIE
La proposta 987 (incarichi extragiudiziari e
ineleggibilità), già presentata dalla deputata radicale
(eletta nelle fila del Pd) Rita Bernardini nella scorsa
legislatura, è stata scritta in collaborazione con l’Unione
camere penali e vuole stabilire l’esercizio esclusivo delle
funzioni giudiziarie.
Questo limite è stato individuato per impedire, si legge
nella relazione, ‘la presenza impropria della magistratura
nelle istituzioni politiche e amministrative dello Stato,
nelle istituzioni del potere legislativo, nelle autorità
amministrative indipendenti, nelle rappresentanze nazionali
presso organismi internazionali che non siano propriamente
inerenti all’esercizio di una funzione giudiziaria e neppure
all’interno di altri organi costituzionali di garanzia’.
Tali organi, vi è scritto, devono essere caratterizzati
dalla neutralità e dall’estraneità rispetto a tutti i poteri
dello Stato. ‘Va inoltre regolamentata la materia degli
incarichi extragiudiziari, che consente oggi ai magistrati
ordinari la possibilità di esercizio di funzioni diverse da
quelle giudiziarie in regime di part time’.
Secondo Gozi e Giachetti questi incarichi devono essere
circoscritti alla didattica e alla formazione. Con questo
provvedimento si prevede che 200 magistrati potranno essere
riassegnati alle funzioni giudiziarie.
TRATTAMENTO ECONOMICO: BASTA DISPARITÀ
Altra questione, prosegue la relazione, è quella relativa
al trattamento economico dei magistrati fuori ruolo: ‘Oggi
si è di fronte a una vera e propria ‘giungla’ di
retribuzioni e di emolumenti accessori che creano enormi
disparità di trattamento non solo tra coloro che sono
chiamati a svolgere funzioni diverse da quelle giudiziarie e
che sono collocati fuori ruolo dalla magistratura, ma anche
tra gli stessi magistrati collocati fuori ruolo a seconda
dell’organismo o dell’istituzione nel quale sono chiamati a
svolgere tali funzioni’.
Oggi tra retribuzioni ed emolumenti accessori si varia dai
50 mila euro a 100 mila euro fino a 300 mila euro per i
gratificati destinati ai diversi ministeri. Per Gozi e
Giachetti deve essere fissato un criterio unico: ‘Un
trattamento economico aggiuntivo che non sia inferiore al
20% e non superiore al 60% della retribuzione fondamentale
propria del magistrato’.
PALETTI AI MAGISTRATI IN POLITICA
La pdl 987 intende disciplinare anche la partecipazione dei
magistrati ordinari alla vita politica del Paese ‘a tutela
dell’autonomia, dell’indipendenza e dell’imparzialità’ della
funzione giudiziaria.
La proposta prevede che debba intercorrere un lasso di
tempo di 6 mesi tra la cessazione dal servizio del
magistrato e la sua candidatura per contrastare forme di uso
strumentale. A dettare le regole per l’eleggibilità è
l’articolo 8, che al comma 1 stabilisce: ‘Non sono
eleggibili alle cariche di componenti della Camera dei
deputati e del Senato della Repubblica, di membri del
Parlamento europeo spettanti all’Italia alle carichi di
componenti dei Consigli regionali, provinciali, comunali e
circoscrizionali nonché alle cariche di presidente della
Regione, di Provincia e di sindaco coloro che rivestono la
qualità di magistrati ordinari, anche se collocati fuori
ruolo o in aspettativa, fino a sei mesi prima della scadenza
naturale della legislatura o della consiliatura ovvero
all’atto dell’accettazione della candidatura in caso di
scioglimento anticipato o di elezioni suppletive’.
E ancora, al comma 2: ‘Le disposizioni del comma 1 si
applicano ai magistrati ordinari che assumono o che
intendono assumere cariche nel governo dello Stato e delle
Regioni nonché di assessore provinciale e comunale’.
STOP ATTIVITÀ ARBITRALI EXTRAGIUDIZIARIE
La proposta 988 si occupa esclusivamente di abolire la
possibilità di assunzione di incarichi extragiudiziari da
parte dei magistrati. Anche questa proposta fu presentata da
Rita Bernardini e intende stabilire il tema delle
incompatibilità degli incarichi dei magistrati che
costituisce, secondo quanto si legge nella relazione, ‘uno
degli argomenti di maggiore rilevanza nel quadro
dell’affermazione dei valori costituzionali di autonomie e
di indipendenza della magistratura sanciti nell’articolo 104
della Costituzione’.
La proposta di legge ha l’obiettivo di ‘impedire ai
magistrati di assumere incarichi incompatibili con
l’esercizio efficiente e imparziale delle loro funzioni
pricipali e ordinarie, ovvero quello di amministrare la
giustizia in ‘nome del popolo sovrano”.
Il provvedimento vuole ricondurre alla legge la
regolamentazione di attività che oggi sono amministrate
dall’organo di autogoverno della magistratura. La proposta
vuole regolare le attività arbitrali svolte dai magistrati
così come previsto per gli incarichi consentiti o vietati
agli avvocati e ai procuratori dello Stato.
Il testo è composto di un solo articolo che modifica il
regio decreto del 1941 sull’ordinamento giudiziario. Il
secondo comma dell’articolo 16 del testo del 1941 stabilisce
infatti che i magistrati ‘non possono accettare incarichi di
qualsiasi specie né possono assumere le funzioni di arbitro,
senza l’autorizzazione del Consiglio superiore della
magistratura’. L’articolo 1 della proposta Gozi-Giachetti
elimina le parole ‘senza l’autorizzazione del Consiglio
superiore della magistratura’. S’introduce cioè il divieto
sic et simpliciter.
MAGISTRATURA FUORI RUOLO MASSIMO 6 ANNI
Infine, l’ultima delle tre proposte di Gozi e Giachetti
riguarda l’obbligo del collocamento fuori ruolo dei
magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari.
IL CSM NON BASTA PIÙ
I due deputati lamentano l’esistenza di vere e proprie
carriere parallele che, come ha rilevato il Csm, per ‘la
contiguità con la politica recano un evidente appannamento
dell’immagine della terzietà dell’ordine giudiziario’, e
sottolineano la sempre più ricorrente destinazione di
magistrati a compiti distanti dalla loro specifica
professionalità.
Il Csm è intervenuto sulla materia denunciando una
situazione per cui è necessario introdurre limiti più
rigorosi ‘per porre un argine’ al numero eccessivo di
richieste di destinazione di magistrati a funzioni
extragiudiziarie, mentre gli uffici giudiziari devono fare i
conti con ‘gravi scoperture di organico’ e i cittadini con
‘l’intollerabile lunghezza dei tempi dei processi’.
Nella relazione si dà conto della presenza consistente di
magistrati presso il ministero della Giustizia, alcuni di
quali occupano posti di rilievo in diretta collaborazione
con il ministro. Trattandosi di ‘un circolo vizioso di tutti
i governi di qualsiasi colore politico’, si legge, ‘si è
creata una marginalizzazione di altre categorie
professionali che pure operano a pieno titolo nel mondo
della giustizia e di figure altamente qualificate tra le
quali professori e ricercatori universitari’.
I LIMITI
La proposta mira a porre dei limiti sul numero massimo dei
magistrati fuori ruolo (100 per quelli ordinari, 25 per
ciascuna delle altre categorie), sui tempi massimi del
collocamento per ciascun magistrato (sei anni e comunque non
può essere disposto nei primi 10 anni di carriera del
magistrato), con definizioni chiare e regole precise e
inderogabili.
Per esempio: non può essere posto in fuori ruolo un
magistrato che svolge funzioni in uffici giudiziari in cui è
presente una scopertura di organico superiore al 10% e in
caso in cui il loro allontamento possa pregiudicare
gravemente i processi in corso. Raggiunto il limite di 6
anni, il magistrato viene reinserito automaticamente nei
ruoli.
L’articolo 3 detta disposizioni stringenti sulla copertura
di ruoli apicali all’interno dei ministeri, prevedendo
espressamento il divieto per i magistrati ordinari,
amministrativi, contabili e militari di ruoli di diretta
collaborazione dei ministri. In nessun caso, secondo
l’articolo 4, l’aver svolto funzioni fuori ruolo può essere
considerato al fine dell’assegnazione di incarichi direttivi
o semidirettivi. È previsto anche il divieto di assunzione
di incarichi extragiudiziari o fuori ruolo nella stessa
regione ove il magistrato ha prestato o presta servizio.
GLI ELENCHI
Infine, la trasparenza: ‘Gli elenchi dei magistrati
ordinari, contabili, amministrativi e militari collocati
fuori ruolo sono pubblicati in un’apposita sezione nei siti
internet ufficiali della magistratura di appartenenza,
dell’ente pubblico o privato nel quale vengono svolti gli
incarichi con la specifica del tipo di incarico, lo
stipendio percepito, l’uffici di provenienza, la data
d’inizio e di fine dell’incarico’.(Public Policy)
SAF