ROMA (Public Policy) – Prosegue il confronto tecnico tra Governo e sindacati sulla previdenza. In particolare l’incontro della settimana scorsa ha riguardato le pensioni complementari. L’Esecutivo ha condiviso il ragionamento di Cgil, Cisl e Uil sul tema e ha aperto alla possibilità di prevedere un nuovo periodo di silenzio-assenso per scegliere la destinazione del proprio Tfr. “Il confronto prosegue, abbiamo ribadito le nostre richieste sulla flessibilità in uscita, augurandoci risposte adeguate da parte del Governo, e sulla previdenza complementare, su cui abbiamo registrato la disponibilità dell’Esecutivo”, ha commentato il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli al termine dell’incontro in sede tecnica tenutosi lunedì mattina al ministero del Lavoro sulla previdenza.
Sul primo punto il segretario confederale ha ricordato le rivendicazioni dei sindacati: “occorre una riforma strutturale del sistema, che permetta il pensionamento o dopo i 62 anni di età o con 41 anni di contributi, e trattamenti più favorevoli per chi fa lavori gravosi e di cura”. Per quanto riguarda la previdenza complementare, Ghiselli ritiene “positiva la volontà espressa dal Governo di valutare e dare risposte sulle proposte avanzate, ad iniziare dalla riapertura di un periodo di silenzio/assenso anche preceduto da una campagna di educazione previdenziale, dalla previsione di procedure a tutela della libertà di adesione di tutti i lavoratori e misure che possano contrastare il mancato versamento dei contributi da parte delle aziende, dall’introduzione di fondi negoziali nei settori esclusi come il comparto della sicurezza e dal sostegno agli investimenti dei fondi nell’economia reale e nel welfare del Paese”.
Sempre in tema di previdenza, sono stati riaperti i termini e allargata la platea per l’adesione alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali. Con la legge di Bilancio 2020, comunica l’Inps in una nota, era stata disposta la riapertura dei termini per l’adesione alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali (il cosiddetto Fondo credito) a favore di dipendenti in servizio nel settore pubblico e dei relativi pensionati che, alla data del 1° gennaio 2020, non risultano iscritti alla gestione stessa.
Dopo il parere favorevole del ministero del Lavoro, la possibilità di iscrizione è ora stata estesa anche ai soggetti collocati in quiescenza o assunti successivamente al 1° gennaio 2020, purché entro il termine stabilito per l’iscrizione volontaria del 20 febbraio 2022. In particolare, sottolinea l’Inps, si tratta di: pensionati già dipendenti pubblici che al momento del pensionamento (post 1° gennaio 2020) non abbiano optato per il mantenimento dell’iscrizione al Fondo credito; pensionati pubblici (già dipendenti, al 1° gennaio 2020, di enti e amministrazioni che non siano iscritti alla cassa pensionistica ex Inpdap (categoria residuale di cui fanno parte i dipendenti Inps, Inail); dipendenti di enti e amministrazioni pubbliche non iscritti alle casse pensionistiche e/o ai fondi per le prestazioni di fine servizio (Tfs/Tfr) ex Inpdap che abbiano preso servizio dopo il 1° gennaio 2020 e che non abbiano esercitato l’adesione al Fondo credito entro 30 giorni dall’assunzione. (Public Policy) FRA