Il punto sul ddl Autonomia in aula: voti, polemiche, tempi

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ROMA (Public Policy) – Nell’aula della Camera sono quattro le questioni pregiudiziali presentate dalle opposizioni al ddl sull’Autonomia differenziata, già approvato in prima lettura al Senato. In particolare sono tre le questioni pregiudiziali di costituzionalità – presentate rispettivamente da Movimento 5 stelle, Alleanza Verdi Sinistra e Partito democratico – e una la questione pregiudiziale di merito a firma M5s, che saranno esaminate e votate prima di passare all’esame degli articoli del disegno di legge.

Lunedì, in una seduta durata circa 10 ore, si è svolta la discussione generale, con gli interventi di oltre 50 deputati, inclusi diversi esponenti della maggioranza (soprattutto della Lega). Al termine del dibattito ci sono state le repliche del ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli. Martedì prossimo, 7 maggio, è prevista una conferenza dei capigruppo in cui dovrebbero essere decisi i passaggi successivi dell’iter del provvedimento. Fonti di maggioranza però spiegano che la prossima settimana non sono previste votazioni sul ddl in assemblea.

L’esame del testo riprenderà con molta probabilità nelle settimane successive e si prevedono tempi lunghi prima dell’ok definitivo. Al momento infatti non è stato ancora fissato un termine per la presentazione degli emendamenti in aula. Da parte delle opposizioni è atteso un numero elevato di proposte di modifica, mentre tra i partiti di maggioranza Forza Italia potrebbe presentare qualche ordine del giorno.

Il ddl ha ricevuto l’ok della commissione Affari costituzionali sabato 27 aprile, tra le proteste delle opposizioni. Al centro delle polemiche degli ultimi giorni c’è stata una discussa votazione su un emendamento presentato dal Movimento 5 stelle, che, secondo i gruppi di minoranza, era stato approvato mercoledì scorso. Per la maggioranza invece la procedura di voto non si era conclusa e venerdì c’è stata una “ripetizione”, con la bocciatura della proposta di modifica.

Nella I di Montecitorio l’esame è durato circa due mesi e mezzo, visto che il provvedimento è stato incardinato lo scorso 14 febbraio. In commissione si è svolto un lungo ciclo di audizioni e sono stati votati circa settanta emendamenti sul totale dei duemila che erano stati presentati dalle opposizioni. Il mandato ai relatori per l’aula è stato conferito senza la conclusione dell’esame di tutte le proposte di modifica.

Durante la prima lettura in Senato il testo messo a punto da Calderoli è stato modificato ampiamente. L’esame in commissione Affari costituzionali è durato circa 6 mesi, da maggio a novembre 2023. (Public Policy) RIC

(foto cc Palazzo Chigi)