L’Inpgi non se la passa bene: i numeri della Corte dei conti

0

ROMA (Public Policy) – “Nel caso dell’Inpgi, per il quale è stato recentemente approvato il referto di questa Corte per l’esercizio finanziario 2017, sono stati riscontrati notevoli peggioramenti dei risultati patrimoniali abbinati al saldo negativo tra contribuzioni e prestazioni previdenziali erogate”.

Così la presidente della sezione di controllo sugli enti della Corte dei conti, Enrica Laterza, in audizione nella commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle politiche di investimento e spesa dei fondi pensione e delle casse professionali.

“L’avanzo economico è stato supportato fino al 2016 da plusvalenze derivanti dagli apporti ai fondi immobiliari o dalle vendite di immobili le quali, tuttavia, sono destinate ad esaurirsi. Nel caso della gestione dell’Inpgi 1,  infatti, il bilancio tecnico attuariale reca una previsione di esaurimento del patrimonio già dal 2028“.

IL RENDIMENTO DELLA GESTIONE PATRIMONIALE

“Abbiamo un saldo della gestione previdenziale che è negativo, abbiamo un disavanzo economico che per la prima volta affiora nel rendiconto 2017, a differenza degli anni precedenti in cui, viceversa, il risultato della gestione economica era positivo. Positivo soprattutto perché il conto economico dell’epoca era influenzato dalla realizzazione di plusvalenze realizzate in occasione della cessione dell’apporto degli immobili ai fondi. Ora questo fenomeno è in via recessiva. Alla fine del 2017 gli immobili ancora in proprietà dell’Inpgi erano pochissimi, quindi il grosso degli immobili è stato già conferito. Anche le plusvalenze nel 2017 da apporto si sono ridotte”.

I risultati della gestione del Fondo immobiliare, nel quale sono stati apportati quasi tutti gli immobili ormai, confluiscono nella determinazione dei risultato del conto economico di periodo. Non è prevista – ha precisato a sua volta il consigliere della Corte dei conti Vincenzo Busa – la predisposizione di un conto consolidato che tenga conto dell’esito del bilancio Inpgi e di quello del gestore del Fondo. Noi però sappiamo qual è il rendimento del Fondo immobiliare e lo abbiamo valutato complessivamente, insieme al rendimento degli altri cespiti patrimoniali: complessivamente il rendimento della gestione evidenziato nel rendiconto 2017 è appena superiore allo zero per cento; 0,6% è il rendimento netto della gestione patrimoniale”.

“L’Inpgi ha introdotto il sistema contributivo dal 1° gennaio 2017, però per le contribuzioni acquisite fino al 31 dicembre 2016 continua ad applicarsi il sistema retributivo. La contribuzione complessiva che affluisce in entrata al bilancio di Inpgi è del 33%, di cui il 23,81% a carico delle aziende e il 9,19% a carico dei giornalisti. Se il sistema contibutivo fosse stato introdotto prima, ne avrebbe giovato un po’ il saldo della gestione previdenziale sicuramente. Oggi ci troviamo in una situazione in cui non è ancora perefettamente equiparato il sistema previdenziale Inpgi a quello generale, per cui noi auspichiamo una armonizzazione”.

CONTRIBUTI IN CALO

“Col passare degli anni, i contributi si sono ridotti progressivamente. Per esempio, rispetto al 2016, i contributi del 2017 si sono ridotti di quasi 8 milioni, e viceversa sono aumentate progressivamente anche le pensioni: rispetto al 2016 abbiamo 12 milioni in più di pensioni erogate. Nel periodo che va dal 2010 al 2017, le pensioni sono aumentate del 38%. E’ una difficoltà gestionale che va oltre il fenomeno delle plusvalenza da apporto degli immobili”.

COMMISSARIAMENTO?

Un’altro consigliere della Corte, Francesca Padula, ha aggiunto: è previsto che “la segnalazione ai ministeri vigilanti della situazione di disavanzo venga effettuata dalla commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale. Nel quadro delle rispettive competenze, la Corte, con la relazione annuale e col deposito del relativo rendiconto, rende edotta la commissione di quella che è la situazione. E poi la commissione effettua le sue valutazioni, che sono anche intrise di una certa discrezionalità, perché la legge parla solo di disavanzo economico-finanziario” come condizione per il commissariamento e “non specifica neanche l’arco temprale, come avviene invece in altri casi”.

“In un altro caso c’è un’azione spontanea da parte dei ministeri vigilanti, ai fini appunto del commissariamento, che avviene nel caso in cui gli organi di amministrazione e di rappresentanza si rendessero responsabili di gravi violazioni di legge afferenti la corretta gestione”. (Public Policy) GIL