ROMA (Public Policy) – Un assegno il cui ammontare è modulato sulla base della condizione economica del nucleo familiare, come individuata dall’Isee o da sue componenti, tenendo conto dell’età dei figli a carico e dei possibili effetti di disincentivo all’offerta di lavoro del secondo percettore di reddito nel nucleo familiare”. È il contenuto principale della pdl delega Assegno unico ai figli approvato alla Camera ed ora atteso all’esame del Senato. Il provvedimento, a prima firma Graziano Delrio (Pd), è uno spin off del Family act, che continua il suo esame a Montecitorio.
Durante l’iter parlamentare la pdl è cambiata sostanzialmente. Nella pdl Delrio, infatti, si stabiliva un importo fino a 240 euro per dodici mensilità per ciascun figlio minorenne a carico (considerando tale il figlio a carico anche il nascituro dal settimo mese di gravidanza) e di 80 euro per dodici mensilità fino al compimento del ventiseiesimo anno di età.
L’aula ha poi stabilito, inoltre, che il sostegno “costituisce un beneficio economico attribuito progressivamente”. Inoltre, si prevede che l’assegno è riconosciuto “nell’ambito delle risorse disponibili”. La novità è stata approvata a seguito dei rilievi della Ragioneria dello Stato. Per la Rgs, infatti, i vincoli posti dalla formulazione del disegno di legge come approvato dalla commissione Affari sociali avrebbero comportato “un immediato e rilevante impatto finanziario, consistentemente superiore alle risorse indicate nello stesso schema di provvedimento e potrebbero comportare l’erogazione di un beneficio di entità ridotta”. FRA
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@fraciaraffo