ROMA (Public Policy) – Nei prossimi giorni pubblicheremo i “teaser trailer” dell’ebook di Pietro Monsurrò (contributor di analisi e commenti per PP) “Potere senza responsabilità. La crisi della legittimità politica tra sfiducia nelle élite e miti populisti“, uscito il 18 marzo, edito da Public Policy, e disponibile su Amazon Kindle. I “trailer”, a cura dello stesso autore, saranno quattro, uno per ciascun capitolo del saggio (qui trovate il primo; qui il secondo).
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Trailer capitolo III – Politica, irrazionalità, nevrosi
di Pietro Monsurrò
La politica rende irrazionali: il singolo elettore, avendo un ruolo trascurabile nel risultato finale, spesso usa la politica per altri fini. Esprimendo opinioni poco informate, o peggio prodotte da una cassa di risonanza monotematica e ideologizzata, si segnala l’appartenenza a un gruppo, mostra agli altri la propria virtù, sfogano frustrazioni. La politica rende stupidi, incentivando posizioni irragionevoli, e conferendo a tutto un peso emotivo. Lo si vede nel livore dell’attivista, nei suoi salti logici, nell’attaccamento alle proprie tesi. Nessuno ne è immune.
La politica spinge a dividersi in gruppi contrapposti, perché l’uomo ha istinti tribali che riaffiorano in contesti di crisi e bassa razionalità. Le illusioni del manicheismo (Bene/Male), della santimonia (“io so’ io, e voi nun sete ‘n cazzo”), della demonizzazione, e della dicotomia offrono benefici psicologici. Le dinamiche che spingono verso il conformismo acritico e la divisione in fazioni sono naturali. La posta in gioco elevata, in politica, non spinge verso la saggezza, ma incentiva distorsioni cognitive.
Il tribalismo è anche protettivo: il conformismo consente di ridurre la paura e l’ansia, e l’attivismo di sfogare la frustrazione e il risentimento. La crisi economica e politica hanno aumentato la domanda di protezione, ma ridotto il livello di razionalità: la qualità delle proposte ne ha risentito. La politica irrazionale non cerca soluzioni, ma sfoghi: serve a sentirsi bene.
Come si combattono queste tendenze? Le illusioni che le scelte siano semplici, che il mondo sia diviso in Bene e Male, che le soluzioni esistano, che il proprio gruppo abbia sempre ragione, si possono contrastare solo ammettendo la limitatezza della conoscenza e della razionalità, l’impossibilità di trovare soluzioni a certi problemi, l’insufficienza della ragione, la necessità del compromesso: in una parola, sviluppando il senso del tragico. (Public Policy)