Dalla prescrizione alle indagini prioritarie: il ddl approvato

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di Sonia Ricci

ROMA (Public Policy) – La prescrizione dell’ex ministro Bonafede rimane solo in parte in piedi, arriva un tempo limite per arrivare a sentenza sia durante il processo di Appello sia in Cassazione. Gli uffici dei pubblici ministeri potranno mettere nero su bianco un elenco di criteri di priorità per selezionare le notizie di reato da trattare con precedenza rispetto alle altre. E arriva una nuova spinta all’utilizzo dei riti alternativi, estendendone l’applicabilità in modo tale da renderli maggiormente appetibili a chi si trova sotto processo.

Sono queste alcune delle novità contenute nella riforma della giustizia penale che dopo mesi di iter parlamentare alla Camera si avvia verso al primo via libera. Dopo il voto di fiducia di domenica sera, lunedì l’assemblea di Montecitorio ha licenziato il testo per poi inviarlo al Senato. La ministra Marta Cartabia ha contribuito a cambiare molto il testo messo a punto dal precedente Governo, quando il ministro era il 5 stelle Alfonso Bonafede. L’obiettivo è ridurre del 25%, entro i prossimi cinque anni, i tempi della durata del processo penale italiano, oggi i più alti d’Europa.

Il disegno di legge si compone di 2 articoli: il primo prevede una serie di deleghe al Governo, che dovranno essere esercitate entro un anno dall’entrata in vigore della legge; il secondo, invece, contiene alcuni modifiche al codice penale e al codice di procedura penale, che entreranno in vigore fin da subito. A questa riforma si affianca il potenziamento dell’ufficio del processo (le norme sono contenute nel dl Reclutamento), ovvero lo staff che affianca il magistrato durante i procedimenti. Il Pnrr ha stanziato 2,3 miliardi di euro per l’assunzione a tempo determinato nei prossimi 5 anni di 21.910 addetti.

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@ricci_sonia