Resocónto – Noi e Alfredo

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di Gaetano Veninata

ROMA (Public Policy) –  Da Fratelli d’Italia che lo ricorda citando l’Internazionale, ai 5 stelle che ne lodano la mancanza di scorta. La morte di un politico – ancor di più se di razza, come Alfredo Reichlin – porta con sè, ci torniamo nuovamente, a brevi e intense commemorazioni funebri nelle aule parlamentari.

Per non venir meno (talvolta capita) alla natura resocontista di questa rubrica, vi portiamo in aula alla Camera, dove la figura del partigianodirigente Pci è stata ricordata, da alcuni dei protagonisti di oggi, così:

GIUSEPPE BRESCIA (M5S): Chi lo conosceva ne parlava come una persona che non è mai stata veramente attratta dal potere e lui stesso confermava di non aver mai avuto niente, neppure una scorta, una macchina a disposizione.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FORZA ITALIA): Vorrei rassicurare tutti: la Puglia di Reichlin è esattamente la nostra stessa Puglia, è la Puglia della gente comune, dei diritti dei deboli, della umanità semplice. Noi ci occupiamo di questa Puglia e, mi consentirà, presidente, che, forse, di questa Puglia, di questa gente, di questi diritti dei deboli, oggi, a livello di Governo non ci si occupa più tanto.

STEFANO FASSINA (SINISTRA ITALIANA): Mi è rimasta stampata in mente una sua efficacissima sintesi delle tristi condizioni di oggi della politica, ed è la seguente: “La finanza comanda, i tecnici eseguono e i politici vanno in televisione”.

SERGIO PIZZOLANTE (AP): Testimone di un passato quando la politica era vissuta dalle migliori intelligenze del Paese, particolare sul quale bisogna riflettere oggi, in un momento in cui la politica non è vero sia frequentata dai peggiori, ma che tali diventano secondo un racconto mediatico distruttivo, spesso irresponsabile.

PIERPAOLO VARGIU (CIVICI E INNOVATORI):  Ho fatto i conti dell’anagrafe di questa persona, cioè una persona che a diciotto anni partecipava alla resistenza partigiana […] credo che possa essere un insegnamento per i tanti giovani di oggi, quelli di cui discutiamo se giocano a calcetto o se sono dei bamboccioni.

WALTER RIZZETTO (FRATELLI D’ITALIA): Io vorrei chiudere questo ricordo, presidente, con un tratto da lui scritto in un suo saggio storico che parlava di una notte romana del 1944 quando c’era molto caldo, era un luglio, vi erano le finestre aperte, e da queste finestre aperte, da una stanza di queste finestre aperte, in una sorta di condominio, usciva una canzone che era l’Internazionale e, poco a poco, le persone si sono affacciate tutte a queste finestre cantando assieme proprio l’Internazionale. (Public Policy)

@VillaTelesio