ROMA (Public Policy) – “Sulla migrazione mi limito ad osservare che oggi è diventato un problema strutturale. Le misure che abbiamo preso a partire dal 2015 ci hanno aiutato a contenere, e non superare, la fase emergenziale. E qui mi riferisco alla creazione del Fondo fiduciario per l’Africa, unita al nuovo approccio allo sviluppo, che tende a uscire dall’assistenzialismo”.
Lo ha detto il capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Beatrice Covassi, nel corso di un’audizione davanti alle commissioni Politiche Ue di Camera e Senato.
LE FRONTIERE ESTERNE
Nell’Ue, “sulla protezione delle frontiere esterne in soli 9 mesi, perchè c’era una forte volontà politica, è stata creata la Guardia costiera e di frontiera europea che adesso, seguendo anche le indicazioni del Consiglio europeo, trasformeremo in una vera e propria Agenzia”.
IL DIRITTO DI ASILO
“Sulle proposte legislative in materia di diritto di asilo, forse è utile sottolinearlo – ha aggiunto Covassi – non abbiamo solo il Regolamento di Dublino e la proposta sulle procedure di asilo – che sono i punti più difficili, dove un accordo non è stato trovato – ma abbiamo altre 5 proposte sul tavolo, dove sostanzialmente c’è un largo accordo di principio. Le proposte riguardano soprattutto le condizioni dell’asilo”.
GLI ARRIVI
“Sulla rotta del Mediterraneo centrale, rispetto all’anno scorso, gli arrivi sono calati del 77%. La fase emergenziale acuta forse è diminuita, quello che non è diminuito è tutto il discorso su cosa succede dopo” gli arrivi. “Quindi l’accoglienza, l’integrazione e il reinsediamento, o gli eventuali rimpatri”.
I FINANZIAMENTI
“Nel prossimo bilancio Ue proponiamo di triplicare quasi i finanziamenti per la migrazione e la gestione delle frontiere, portando il budget a 34 miliardi di euro rispetto ai 13 miliardi del periodo precedente. Inoltre, proponiamo di avere una protezione rafforzata delle frontiere esterne, con circa 18 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, rispetto ai 4 miliardi previsti attualmente. E proponiamo anche di incrementare le unità della Guardia di frontiera”.
RIFUGIATI ED ECONOMICI
Sui migranti “la politica di questa Commissione è stata molto chiara nel dire: i ‘rifugiati’ sono una cosa, i ‘migranti economici’ sono un’altra. La Commissione ha sempre detto: ‘Abbiamo il dovere di accogliere chi fugge da situazioni inumane, non abbiamo il dovere di accogliere tutti quelli che sono in situazioni di indigenza, perchè non ne abbiamo i mezzi”.
I CANALI LEGALI
“C’è la necessità di mettere in campo anche canali legali di immigrazione. Se in Europa non hai per niente canali legali di immigrazione – abbiamo solo la ‘blue card’, che quasi nessuno conosce e prende un piccolo numero di professionisti altamente qualificati – è ovvio che per definizione tutti gli altri saranno illegali“.
IN ITALIA
“Con i ricollocamenti, al 31 maggio, abbiamo 12.690 persone riallocate dall’Italia, 21mila dalla Grecia; è un punto su cui la Commissione ha fatto la prima ‘démarche’ (presa di contatto in ambito diplomatico; Ndr) per le procedure di infrazione degli Stati membri che non si erano accollati la loro quota, decisa da una decisione del Consiglio, quindi una decisione presa dagli Stati membri. Forse” la procedura “l’abbiamo fatta tardi, e pertanto vediamo come va a finire; è chiaro che la ricollocazione, come meccanismo, non ha funzionato“.
“In Italia abbiamo anche un problema derivante da procedure interne, che sono particolarmente lunghe rispetto ad altri Stati membri” Ad esempio, “chi arriva a Pozzallo, poi passano due anni o più prima di avere una risposta sulla sua domanda di asilo, ed è evidente che ciò crea dei ritardi e delle inefficienze grosse”. (Public Policy) PAM