ROMA (Public Policy) – Presenza di road-side di una rete di comunicazione dei dati ad elevato bit-rate, copertura continuativa dell’asse stradale con servizi di connessione per la IoT e di routing verso la rete di comunicazione dati, dotazione di un sistema di rilievo del traffico ed enforcement, nonché di rilievo delle condizioni di deflusso.
Di cosa stiamo parlando? Delle strade e delle autostrade dove viaggeremo nel futuro. Nei giorni scorsi il ministero dei Trasporti ha firmato il cosiddetto dm Smart road che riguarda anche la sperimentazione su strada di veicoli a guida automatica.
Il provvedimento attua quanto stabilito dall’ultima legge di Bilancio che ha autorizzato la sperimentazione delle soluzioni tecnologiche per adeguare la rete infrastrutturale italiana ai nuovi servizi smart e per i veicoli automatici. Il decreto punta a migliorare la rete stradale nazionale attraverso una sua graduale trasformazione digitale, con l’obiettivo di renderla idonea a dialogare con i veicoli connessi di nuova generazione, anche nell’ottica di rendere possibile l’utilizzo dei più avanzati livelli di assistenza automatica alla guida, nonché per migliorare e snellire il traffico e ridurre l’incidentalità stradale.
Ma vediamo, attraverso una bozza presa in visione da Public Policy, cosa contiene il decreto nel dettaglio:
LE DEFINIZIONI
Partiamo dalle parole.
Il provvedimento intende per ‘smart road’ “le infrastrutture stradali per le quali è compiuto”, secondo specifiche funzionali elencate nello stesso dm e che in parte abbiamo visto prima, “un processo di trasformazione digitale orientato a introdurre piattaforme di osservazione e monitoraggio del traffico, modelli di elaborazione dei dati e delle informazioni, servizi avanzati ai gestori delle infrastrutture, alla pubblica amministrazione e agli utenti della strada, nel quadro di un ecosistema tecnologico favorevole all’interoperabilità tra infrastrutture e veicoli di nuova generazione.
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FRA