Dl Sicurezza, le ultime (inutili?) audizioni e la lettera di 18 M5s

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ROMA (Public Policy) – “Con l’abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari il rischio è un aumento di coloro che avranno uno stato giuridico incerto. Stiamo parlando di circa 40mila persone con un permesso soggiorno per motivi umanitari”. A dirlo è stato Mauro Valeri, dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar), in audizione nella commissione Affari costituzionali sul decreto Sicurezza (a firma Matteo Salvini).

Per l’Unar, inoltre, la sospensione dell’esame della domanda di protezione con accompagnamento alla frontiera in caso di procedimenti penali in corso comporta “una possibile violazione dell’articolo 27 della Costituzione, sulla presunzione di non colpevolezza e una compromissione del diritto di difesa”. Per quanto riguarda l’articolo 12 sugli Sprar, Valeri sottolinea un rischio “indebolimento” di un sistema “che finora ha garantito una lotta alle discriminazioni”.

Altro punto evidenziato, è l’eliminazione del diritto-dovere di iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo, che è la base per il risconoscimento di servizi fondamentali. Per Valeri questo “potrebbe comportare una disparità di trattamento tra richiedenti asilo e stranieri con permesso di soggiorno”. Stesso rischio, ma tra cittadini italiani e cittadini italiani di origine straniera, per la norma sulla revoca della cittadinanza per gravi delitti.

LA LETTERA DI 18 M5S: CAMBIAMO IL DECRETO

Sono 18 i firmatari della lettera sul decreto indirizzata al capogruppo M5s alla Camera Francesco D’Uva. Tra le firme – a quanto apprende Public Policy – i deputati Valentina Barzotti, Raffaele Bruno, Santi Cappellani, Giuseppe D’Ippolito, Paola Deiana, Carmen Di Lauro, Chiara Ehm Yana, Antonio Federico, Veronica Giannone, Riccardo Ricciardi, Doriana Sarli, Elisa Siragusa, Gilda Sportiello, Simona Suriano, Guia Termini, Roberto Traversi e Gloria Vizzini.

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NAF-SER