Alla Camera si torna a parlare di cittadinanza, ius soli e ius culturae

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ROMA (Public Policy) – In commissione Affari costituzionali alla Camera, dopo l’annuncio della scorsa settimana del presidente Giuseppe Brescia, è ripreso giovedì mattina l’esame della proposta di legge a prima firma Laura Boldrini (Pd) sul tema della cittadinanza.

Il presidente ne è anche divenuto relatore sostituendo il deputato Roberto Speranza nel frattempo nominato ministro della Salute. L’esame della proposta Boldini era iniziato il 24 ottobre 2018, ma dopo la deliberazione del ciclo di audizioni i lavori si erano fermati. Dunque giovedì il presidente-relatore ha chiesto ai deputati presenti di inviare nuove segnalazioni per le audizioni. Inizialmente era stata chiesta la presenza di rappresentanti dell’Anci, di Unicef e di altre associazioni.

I lavori sull’argomento – ha spiegato Brescia – andranno avanti però prima la commissione si concentrerà su alcuni temi che sono stati già calendarizzati, ossia le pdl sul conflitto di interessi e la riforma della Semplificazione, e il dl Cybersecurity.

Nel frattempo, Brescia sta anche lavorando a un testo M5s che però probabilmente verrà presentato più avanti. Sempre durante l’ultima seduta il presidente ha riferito che sulla stessa materia è stata assegnata alla I commissione la pdl a firma Renata Polverini (FI, poi autosospesa dal partito a causa del – dice lei – ostruzionismo nei confronti della sua proposta) ed stata annunciata la proposta di legge a firma del deputato Matteo Orfini (Pd).

Tuttavia è stata abbinata solo la pdl di Forza Italia in quanto quella del Pd non è stata ancora assegnata in commissione.

“Va tenuto presente – ha detto Brescia in commissione – che la sola comunicazione della sostituzione del relatore, con la conseguente ripresa dei lavori sul tema, ha suscitato nell’opinione pubblica un dibattito sociale, ancor prima che politico, molto forte“. Un dibattito “fatto anche di storie di speranza, come quelle che ho potuto leggere da diverse lettere che mi sono arrivate in questi giorni”.

“Da queste lettere scritte da giovani che vivono in Italia e chiedono di diventare italiani emergono un forte senso di appartenenza alla nostra comunità e una domanda di concretezza e di giustizia che chiama in causa la commissione e questo Parlamento. Mi auguro che a queste legittime istanze sapremo dare con convinzione risposte di buonsenso”.

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SOR